
Con un passato nel mondo della danza e della ginnastica ritmica ad altissimi livelli, di infortuni e di dolori ne ho conosciuti tanti. Oggi siamo diventati un centro altamente specializzato nel recupero dagli infortuni negli atleti di ginnastica ritmica, artistica e di tutte le discipline legate alla danza di ogni genere. Nella danza e nella ginnastica si devono unire la sempre più crescente richiesta di mobilità articolare e di elasticità muscolare ma anche la potenza, la grazia e l’eleganza dei movimenti. Per questo motivo la riabilitazione e la fisioterapia non possono e non devono seguire lo stesso protocollo di una persona che non fa sport né tanto meno di un altro tipo di sportivo ma deve essere creato un percorso personalizzato che tenga conto delle capacità e delle doti dell'atleta.
Cosa puoi fare da solo per evitare infortuni quando balli?
- Imposta un corretto programma di riscaldamento.
- Rispetta i tempi di carico, scarico e di recupero.
- Ascolta le esigenze del tuo corpo e non sovraccaricarlo.
- Allenati con il giusto allineamento dei distretti articolari.
- Segui una sana alimentazione e uno stile di vita ideale.
Se ti sei fatto male, non credere a chi ti dice che:
- «Con un pò di riposo ti passa!»: al contrario, se dura più di 2 settimane, fai una visita medica.
- «Mantieni il ghiaccio a lungo!»: ci sono dei tempi di utilizzo del freddo che devono essere rispettati.
- «Applica del calore!»: è necessario conoscere quando fare uso del caldo e quando del freddo.
- «L’alimentazione, il fumo e l’alcool non interferiscono con il rischio di infortuni!»: piuttosto segui una dieta bilanciata.
Cosa trattiamo:
- CAVIGLIA | Sindrome dell’os trigonum
- GAMBA | Periostite tibiale anteriore
- ANCA | Sindrome da impingement femoro-acetabolare
- SCHIENA | Sindrome delle faccette articolari
- Altri disturbi
CAVIGLIA | Sindrome dell’os trigonum
L’os trigonum è un piccolo ossicino collocato nella regione posteriore della caviglia ed è presente in un terzo della popolazione. Si forma a causa della mancata fusione del tubercolo postero-laterale dell'astragalo durante il processo di ossificazione oppure in seguito alla frattura dello stesso tubercolo nota anche con il nome di "Shefherd fracture". Normalmente è asintomatico ma nella danza e nella ginnastica ritmica e artistica quando "si tira la punta" o si "salta" o nel "relevé", ossia quando si forza ripetutamente la flessione plantare, o in seguito ad un trauma, può diventare doloroso. I movimenti di flessione plantare potrebbero incastrare l'os trigonum tra il calcagno, l’astragalo e la tibia insieme a vasi, tendini e legamenti che passano in quel punto originando la cosiddetta "Sindrome da impingement posteriore della caviglia" o la "Dancer’s heel". Il trattamento consigliato dalle linee guida è inizialmente conservativo con l'uso di terapia fisica strumentale per il controllo dell'infiammazione e chinesiterapia passiva e attiva-assistita per allungare e rinforzare i muscoli profondi della parte posteriore della gamba e cercare di diminuire l'uso dei grandi muscoli superficiali di questa regione del corpo. Se il trattamento conservativo non ha fornito risultati soddisfacenti o se l'atleta ha fretta di tornare presto in gara si ricorre all'intervento chirurgico che può essere di tre tipologie diverse: endoscopia posteriore, artroscopia anteriore e a cielo aperto con incisione postero-laterale o postero-mediale; in ogni caso segue un percorso riabilitativo per il recupero della funzione e dell'articolarità della caviglia e per riottenere il gesto atletico al massimo della perfomance.
Segni e sintomi:
Dolore nella zona posteriore della caviglia nel "relevé", difficoltà a "tirare la punta", dolore al tatto e/o gonfiore nella parte posteriore della caviglia.
GAMBA | Periostite tibiale anteriore
La periostite tibiale anteriore, anche detta semplicemente "periostite", è un'infiammazione del periostio, una membrana che ricopre, nutre e protegge tutte le ossa del corpo. Il motivo d'insorgenza di questa sindrome non è ancora del tutto nota; sembrerebbe che in alcuni sport come: danza, ginnasta e atletica, dove salti, saltelli, balzi e grandi salti sono protagonisti può accadere che le frequenti sollecitazioni dei muscoli che si inseriscono davanti alla gamba e, attraverso il periostio, sull’osso vadano ad infiammare questa membrana nella sua parte anteriore. Se il calendario gare lo permette, la cura migliore è il riposo coordinato con il trattamento descritto dalle linee guida che prevede il controllo dell'infiammazione con terapia fisica strumentale, chinesiterapia passiva mirata all'allungamento della muscolatura superficiale e profonda della gamba e esercizi per il riequilibrio muscolare di questa regione del corpo. Qualora l'infiammazione perduri anche dopo il trattamento fisioterapico, potrebbe essere utile associare infiltrazioni di farmaci steroidei.
Segni e sintomi:
Dolore nella regione anteriore della gamba sia durante l’allenamento, sia, nei casi più gravi, a riposo. Possono essere presenti calore, gonfiore e talvolta febbre.
ANCA | Sindrome da impingement femoro-acetabolare
La "sindrome da impingement femoro-acetabolare "o "FAI Syndrome" anche detta "Femoroacetabular Impingement" è un conflitto che si crea tra la testa del femore e l’acetabolo dell’osso iliaco, le due estremità ossee che formano l'anca; è più comune di altre patologie a carico dell'anca come per esempio la lesione della cartilagine e l'artrosi. Esistono tre morfologie dell'articolazione femoro-acetabolare che si riferiscono ad una FAI Syndrome: CAM, PINCER e la più comune morfologia mista. CAM: accrescimento osseo tra la testa e il collo del femore che rende la testa del femore non più sferica. PICER: eccessiva copertura della testa del femore da parte dell’acetabolo. Forma mista: sono presenti entrambe le due morfologie (CAM e PINCER). La FAI Syndrome ha una predisposizione genetica e può rimanere asintomatica a lungo. Generalmente è un atleta che scopre di essere affetto dalla sindrome da impingement femoro-acetabolare poiché iniziano a danneggiarsi il labbro acetabolare, i legamenti e la cartilagine dell'articolazione conseguentemente a movimenti molto ampi, continui e ripetitivi dell'anca associati ad un contatto anomalo tra il femore e l'acetabolo che creano forze di taglio anomale e stress esagerati (come nella ginnastica ritmica, artistica, nella danza e nel baseball). L'approccio terapeutico può orientarsi sia verso un trattamento conservativo sia chirurgico. Il trattamento conservativo descritto in letteratura comprende terapia fisica strumentale antinfiammatoria, chinesiterapia attiva e propriocezione per la stabilità dell'anca, il rinforzo del "core" e il riequilibrio dinamico dei gruppi muscolari del bacino e della gamba. E' inoltre utile rieducare il paziente alle attività da evitare o da modificare ed eventualmente associare terapia infiltrativa; a tal proposito sembra che abbiano un effetto migliore le infiltrazioni di acido ialuronico rispetto al cortisone. L'intervento chirurgico in artroscopia ha lo scopo di ricreare la corretta anatomia e riparare i tessuti molli lesionati. Il suo successo peggiora in presenza di alcuni fattori quali: la presenza di artrosi o di displasia dell'anca e l'età avanzata del paziente.
Segni e sintomi:
Dolore inguinale che aumenta dopo aver mantenuto a lungo la posizione seduta, difficoltà nel carico monopodalico e limitazione articolare durante l'accovacciamento, il “développé” avanti o il "battement" (flessione dell'anca), scrosci, rigidità e cedimenti articolari.
SCHIENA | Sindrome delle faccette articolari
La sindrome delle faccette articolari colpisce soprattutto le vertebre lombari ed è una causa molto comune nell'ambito del dolore lombare, anche detto "low back pain". La forma più frequente tra le sindromi delle faccette articolari è l'osteoartrite degenerativa delle faccette articolari che origina da un alterato posizionamento e movimento delle superfici articolari tra una vertebra e l'altra; anche l'età gioca un ruolo importante tra i fattori di rischio, sembrerebbe che sia prevalentemente presente oltre i 60 anni di età ma già intorno ai 20 anni abbia il suo esordio. Nella danza e nella ginnastica ritmica e artistica è particolarmente invalidante e frequente a causa dei continui e ripetuti movimenti di estensione e flessione della colonna. Il trattamento che la letteratura propone inizialmente è di tipo conservativo volto a sfiammare con terapia fisica le faccette articolari associato alla terapia manuale per ristabilire il corretto posizionamento articolare delle faccette; se questo primo tentativo fallisce può essere proposta una terapia infiltrativa con farmaci stereoidei e se infine il dolore permane si ricorre all'intervento chirurgico di "neurolisi" attraverso la radiofrequenza o la crioablazione.
Segni e sintomi:
Dolore alla schiena in un lato o entrambi i lati che scende ai glutei, all'addome e all'inguine; talvolta la sintomatologia dolorosa si estende anche lungo la coscia fino al ginocchio o posteriormente fino sotto alla gamba. Blocco articolare, contrattura muscolare, dolore che aumenta in estensione o in flessione della colonna o dopo lungo tempo in piedi.
Altri disturbi
- Infortuni di vario genere
- Riabilitazione post-chirurgica
- Dolori articolari acuti e cronici
- Nevralgie
- Contratture muscolari
- Strappi e stiramenti muscolari
Il nostro metodo
Preparazione al trattamento
- Parliamo con il paziente e raccogliamo informazioni sulla causa del dolore.
- Eseguiamo test ortopedici e osteopatici.
- Valutiamo i movimenti conservati e il dolore.
- Informiamo il paziente sui movimenti che deve evitare.
- Consigliamo posizioni di riposo e gesti alternativi, momentanei, per le attività della vita quotidiana.
- Scopriamo le sue aspettative dal trattamento riabilitativo e il tempo che l'atleta può dedicare alla sua guarigione.
- Prendiamo nota delle competizioni previste nel medio e nel lungo termine.
- Presentiamo il protocollo riabilitativo personalizzato e i tempi di recupero decisi di comune accordo con l'equipe medica.
Trattamento
Il trattamento riabilitativo è suddiviso in 3 fasi:
- FASE ANTALGICA di gestione del dolore e dell’infiammazione attraverso terapie fisiche strumentali e adozioni di posizioni di riposo corrette.
- FASE DI RECUPERO della lesione attraverso chinesiterapia passiva, attiva-assistita e attiva, esercizi di rinforzo e propriocettivi, Rieducazione Posturale Globale, Osteopatia con tecniche fasciali, funzionali, di energia muscolare, viscerali e cranio-sacrali; a volte è utile introdurre l’idrochinesiterapia e il GYROTONIC EXPANSION SYSTEM®.
- FASE DI MANTENIMENTO e di stabilizzazione dei risultati ottenuti attraverso esercizi funzionali integrati, rieducazione del gesto atletico corretto e consegna degli esercizi domiciliari da svolgere a casa.
Il segreto del nostro successo nella riabilitazione del ballerino
Il segreto del nostro successo riabilitativo è nel lavoro di squadra con l’ortopedico, il neurologo e il fisiatra, tutti noi professionisti abbiamo come obiettivo il benessere e il recupero completo della persona che viene vista nella sua interezza e unicità.
Il programma riabilitativo, tutt'altro che standard, si decide in base alla storia clinica del paziente, al suo livello di preparazione, alla presenza di altre patologie e alla sua predisposizione al trattamento. Pertanto il dialogo tra il paziente e noi specialisti e la nostra esperienza e preparazione sono elementi fondamentali che ci guidano ogni giorno nella scelta della tecnica più indicata.