Cosa puoi fare in autonomia per prevenire il mal di schiena?
- Migliora la tua postura.
- Fai alcuni esercizi di allungamento e di respirazione.
- Evita posizioni scorrette sul divano o alla scrivania.
- Se fai un lavoro sedentario prenditi spesso delle pause per muoverti un po'.
- Evita il sovrappeso e gli sforzi meccanici prolungati e ripetuti.
- Scegli attività sportive adatte alla tua costituzione.
Non credere a chi dice che:
- «Prima o poi passa!»: al contrario, se dura più di 2-3 settimane, fai una visita medica.
- «Con un po’ di movimento guarisci!»: gli esercizi devono essere studiati per ogni singolo caso.
- «L’alimentazione, il fumo e l’alcool non interferiscono con il tuo mal di schiena!»: piuttosto segui una dieta bilanciata.
Conosci il nostro metodo!
Trattiamo questi disturbi:
- Artrosi della colonna
- Difetti posturali
- Ipercifosi, iperlordosi e scoliosi
- Contratture muscolari
- Cervicalgia
- Cervicobrachialgia
- Lombalgia
- Lombosciatalgia e lombocruralgia
- Instabilità vertebrale, spondilolistesi e spondilosi
- Fratture vertebrali
- Dolore toracico
- Colpo di frusta
- Coccigodinia
- Sindrome del piriforme
- Sacroileite
- Claudicatio intermittens vascolare e neurologica
- Spondilite anchilosante
Artrosi della colonna
L'artrosi della colonna e una patologia degenerativa a carico delle faccette articolari intervertebrali e dei corpi vertebrali che colpisce la cartilagine, l'osso subcondrale, la membrana sinoviale e la capsula. Tutte queste strutture subiscono una modifica di aspetto e di funzionalità, alle quali si aggiunge la formazione di becchi osteofitari, chiamati anche osteofiti, che impediscono il movimento fisiologico di quell’articolazione. E' un processo degenerativo fisiologico che si presenta con l'avanzare dell'età ma può essere predisposto da alcuni fattori quali: obesità, sedentarietà, posture scorrette, difetti posturali, scoliosi o lavori e sport usuranti. Il trattamento verte sulla scelta di esercizi mirati al mantenimento della libertà articolare, all'allungamento delle catene muscolari (tramite esercizi di stretching e di Rieducazione Posturale Globale), alla scelta di esercizi in scarico gravitario (Idrochinesiterapia) e al lavoro in decoaratazione articolare (Pompage).
Segni e sintomi:
rigidità articolare, scrosci e crepitii, dolore radicolare o lungo il decorso di un nervo nel caso di una compressione della radice o di un nervo da parte di un osteofita.
Difetti posturali
Non esiste la perfetta isometria tra un lato del corpo e l’altro, ognuno di noi porta con se alcuni difetti della postura ma questo non significa avere un problema. Il nostro sistema corporeo mette in atto delle strategie di compenso che gli consentono di vivere senza sintomi dolorosi. Solamente nel caso in cui una persona avverta dolore e il nostro sistema di compenso inconscio non sia più sufficiente bisogna intervenire con tutti gli strumenti a nostra disposizione valutando il problema ma soprattutto volgendo lo sguardo alla sua globalità. Il trattamento, di conseguenza, è solamente osteopatico e fisioterapico attraverso la Rieducazione Posturale Globale, il riequilibrio muscolare, il Pompage, il riallineamento articolare, il rilasciamento fasciale e il riequilibrio cranio-sacrale.
Ipercifosi, iperlordosi e scoliosi
Sono alterazioni strutturali della colonna che possono essere congenite o acquisite nel tempo in seguito ad esempio a: rachitismo, crolli vertebrali o degenerazione discale. L’ipercifosi è un aumento della fisiologica curva cifotica della colonna e si presenta con maggior frequenza a livello del dorso. L'iperlordosi è, invece, un aumento della fisiologica lordosi del rachide e la troviamo soprattutto a livello del tratto lombare ma a volte è presente anche a livello cervicale. La scoliosi è la deviazione della colonna sui tre piani dello spazio con un risultato di questa a forma di “S”. Il trattamento di questi dismorfismi garantisce un risultato migliore se iniziato precocemente e in maniera continuativa nel tempo. Il risultato migliore si ottiene non soltanto dal percorso riabilitativo ma dall'attenzione continua alla posizione corretta durante le ore scolastiche o lavorative. Di utile supporto può essere, in alcuni casi, l'utilizzo del corsetto ortopedico associato sempre ad un lavoro di correzione attiva tramite esercizi posturali. Solamente nelle forme più gravi, quando le funzionalità cardio-polmonari sono a rischio di compromissione, si interviene con l’intervento chirurgico di "stabilizzazione vertebrale".
Contratture muscolari
La contrattura muscolare è la contrazione involontaria del muscolo prolungata nel tempo.
La colonna è ricoperta da strati muscolari superficiali, medi e profondi che in condizioni di lunghezza fisiologica garantiscono la mobilità e l'elasticità del rachide.
Può accadere, purtroppo, che in seguito ad esercizi scorretti che prevedono un eccessivo lavoro di alcuni gruppi muscolari a discapito di altri oppure a causa di posizioni mantenute a lungo o ad uno sforzo improvviso si scateni una contrattura muscolare, tuttavia, se presa in tempo è di rapida soluzione. Il trattamento consigliato è manuale di massoterapia decontratturante, stretching e allungamento di tutta la catena muscolare, associata a terapia strumentale che aiuti la vascolarizzazione come ad esempio la Tecarterapia e l'Ultrasuonoterapia.
Segni e sintomi:
Rigidità, tensione muscolare e difficoltà ad allungare la zona contratta.
Cervicalgia
La cervicalgia o dolore cervicale, anche detta semplicemente dolore al collo, è, insieme alla lombalgia, o dolore lombare, tra i disturbi più comuni della colonna vertebrale. Il dolore può scatenarsi in seguito a diverse cause: contrattura (torcicollo) o stiramento dei muscoli del collo, artrosi, sovraccarico funzionale, artrite reumatoide, trauma acuto diretto, colpo di frusta, fibromialgia, posture scorrette che sovraccaricano i muscoli di questa regione; a tal proposito sono da evitare le posizioni, mantenute a lungo, con il collo flesso e protratto in avanti tipiche di coloro i quali fanno uso del computer, del tablet o del cellulare. Il dolore al collo potrebbe irradiarsi alla testa come nel caso di cefalea muscolo-tensiva ma deve essere distinta dall'emicrania (mal di testa) anch'essa appartenente alla famiglia delle cefalee. E' importante, nel caso in cui la sintomatologia dolorosa non accenni a diminuire, rivolgersi al medico ortopedico al fine di avere una diagnosi certa ed escludere patologie più gravi. Il trattamento è strettamente collegato alla diagnosi e al piano terapeutico che probabilmente verterà su: terapia manuale, Osteopatia, stretching mirato, esercizi di mobilità del rachide, Rieducazione Posturale insieme eventualmente alla terapia strumentale quale ad esempio il Laserterapia e la Tecarterapia.
Segni e sintomi:
Rigidità nucale, contrattura muscolare, dolore nel movimento, difficoltà a mantenere la testa in posizione fisiologica.
Cervicobrachialgia
Per cervicobrachialgia s’intende un dolore che origina dal collo e che si estende lungo il braccio fino alla mano. Generalmente è dovuta a un’ernia del tratto cervicale compreso tra la IV vertebra cervicale e la I vertebra toracica che comprime il nervo o la radice nervosa. Tuttavia la presenza di ernie a questo livello della colonna è molto frequente ma fortunatamente non tutte sono sintomatiche; in particolare, la cervicobrachialgia si instaura quando queste raggiungono dimensioni importanti o quando si crea un restringimento del foro intervertebrale dove fuoriesce la radice nervosa che rimane compressa. Può essere conseguenza di un evento acuto, di microtraumi ripetuti nel tempo o di cause congenite. La sintomatologia varia a seconda del livello del rachide cervicale colpito dall'ernia e dalla sua posizione. Il piano terapeutico prescritto dal medico dipende dalla sintomatologia e generalmente prevede un protocollo farmacologico di antinfiammatori associato a terapia manuale, Osteopatia, Rieducazione Posturale e strumentale con Laserterapia e Tecarterapia. Può essere utile aggiungere alla terapia le infiltrazioni di ozono. Talvolta, quando la sintomatologia non accenna a migliorare in modo soddisfacente per il paziente, si ricorre all'intervento chirurgico con lo scopo di decomprimere la radice nervosa o di asportare il tessuto erniato.
Segni e sintomi:
Dolore e rigidità cervicale, intorpidimento lungo il braccio, formicolio alla mano, debolezza muscolare variabile.
Lombalgia
La lombalgia è un dolore localizzato nel tratto lombare della schiena, anche comunemente detto mal di schiena. È il disturbo più comune che colpisce gran parte della popolazione, con maggior frequenza gli anziani. Tra le molteplici cause troviamo una serie di patologie legate alle vertebre lombari come la spondilolisi o la spondilolistesi, l’spondilite anchilosante, la fusione della V vertebra lombare con il sacro, il restringimento del canale vertebrale, le neoplasie, traumi acuti, microtraumi ripetuti e contratture muscolari ("colpo della strega"). E' importante, nel caso in cui la sintomatologia non migliori in tempi brevi, rivolgersi al medico specialista per avere una diagnosi certa e un piano terapeutico adeguato. In linea generale, il trattamento è farmacologico al fine di lenire il dolore e l'infiammazione e riabilitativo per l'allungamento e il rilassamento muscolare attraverso la Massoterapia, la Rieducazione Posturale, l'Osteopatia; utile associare, se non ci sono controindicazioni, terapia fisica per migliorare la vascolarizzazione come ad esempio Tecarterapia e Ultrasuonoterapia.
Segni e sintomi:
Dolore e rigidità nella parte bassa della schiena, a volte si estende alle natiche e all’inguine, difficoltà negli spostamenti o nei cambi di posizione.
Lombosciatalgia e lombocruralgia
La lombosciatalgia e la lombocruralgia sono rispettivamente un’infiammazione del nervo ischiatico (o sciatico) e del nervo crurale (o femorale). Il nervo ischiatico origina dalla IV vertebra lombare alla III vertebra sacrale e discende posteriormente la coscia, dividendosi dietro al ginocchio in due rami: uno che continua la sua discesa fino alla pianta del piede e l'altro che si porta in avanti sulla gamba e sul dorso del piede. L'infiammazione di questi nervi può essere provocata dalla compressione e dall'irritazione dei nervi stessi o della loro radice. Nel caso di una lombosciatalgia, anche detta semplicemente "sciatica", il dolore può estendersi dal segmento inferiore della schiena e scendere fino al piede passando per la parte posteriore della coscia e dietro o di lato alla gamba. Nei casi più gravi, è presente un deficit della forza dei muscoli posteriori della gamba e del piede. Sintomi simili posso essere provocati dalla compressione del muscolo piriforme sul nervo sciatico che passa sotto, anche conosciuta come "sindrome del piriforme" la quale richiede una specifica diagnosi differenziale. Il nervo crurale è formato da fibre provenienti dalla II, III e IV vertebra lombare e innerva la parte bassa della schiena, l'inguine, la parte anteriore della coscia e l'interno della gamba fino al piede. Nella maggior parte delle volte, sia la lombosciatalgia che la lombocruralgia interessano solamente un arto inferiore ma può accadere, anche se raramente, che il dolore sia bilaterale facendo pensare ad una patologia importante. A tal proposito è di fondamentale importanza rivolgersi al medico per comprendere la causa, escludere patologie tumorali e infettive e conoscere la corretta terapia da seguire. Le cause più comuni di infiammazione di questi nervi sono: spondilite anchilosante, stenosi del canale vertebrale, spondilolistesi, ernie espulse in seguito a traumi o sforzi improvvisi come ad esempio sollevando un oggetto molto pesante e artrosi. Il trattamento prevede generalmente un intervento farmacologico con antinfiammatori associato a terapia manuale, Rieducazione Posturale, stretching e chinesiterapia intervallato a terapia strumentale (se non ci sono controindicazioni mediche). Utile è anche il trattamento in un mezzo ipogravitario come l'acqua (Idrochinesiterapia) per decomprimere ulteriormente i nervi o le loro radici. Solamente se i sintomi non migliorano in maniera efficace si ricorre all'intervento chirurgico di "laminectomia" o "discectomia".
Segni e sintomi:
Dolore persistente lungo il decorso del nervo, disturbi di sensibilità, motilità, ipotrofismo dei muscoli innervati, riflessi ipotonici, difficoltà a stare fermi a lungo in piedi e, associati alla sciatalgia, possibili disturbi sfinterici.
Instabilità vertebrale, spondilolistesi e spondilosi
L’instabilità vertebrale è molto frequente nelle ultime vertebre lombari dove la mobilità è maggiore ma può presentarsi anche a livelli più alti della colonna. L’origine è sia di tipo degenerativo sia traumatico.
Nei casi più gravi d’instabilità si parla di spondilolistesi, che consiste nello scivolamento in avanti di una vertebra su quella sottostante, tipicamente di L5 su S1, mettendo in stress le strutture articolari.
La complicanza della spondilolistesi è la spondilolisi in cui si ha la frattura di una parte, detta istmo, della vertebra soprastante. Il trattamento nel caso di una spondilolistesi è farmacologico per l'infiammazione e per il dolore coadiuvato dalla fisioterapia per il rinforzo muscolare (pelvi stability e core stability) e la stabilizzazione vertebrale. Nel soggetti affetti da spondilolisi, se il trattamento conservativo è stato insufficiente, si consiglia l'intervento di "artrodesi" per bloccare chirurgicamente i due segmenti vertebrali instabili.
Segni e sintomi:
Dolore lombare, ipomobilità della schiena per evitare il dolore, segni di sofferenza nervosa agli arti inferiori, difficoltà a trovare una posizione notturna, lombosciatalgia da radicolopatia.
Fratture vertebrali
La fratture vertebrali si possono verificare in seguito ad un forte impatto o spontaneamente su una vertebra già "malata". Le principali cause di frattura da trauma possono essere: sportive (soprattutto sport da contatto o cadute da cavallo e dalla moto), incidenti stradali e cadute dall'alto. Le fratture spontanee si verificano su vertebre con osteopenia, osteoporosi o con metastasi ossee e tumori. Le fratture da osteoporosi avvengono solitamente a livello della II dorsale, I e II lombare mentre le altre fratture si verificano a tutti i livelli vertebrali. A seconda della parte della vertebra fratturata, della dinamica della lesione (per esempio a scoppio, compressione, flessione/distrazione) e del coinvolgimento o meno del midollo spinale, la prognosi può essere più o meno grave. Il trattamento dipende dal tipo di frattura, è generalmente conservativo con stabilizzazione con busto ortopedico nei casi di una frattura lieve e stabile. L'intervento chirurgico si avvale di una serie di alternative che vanno dalla "fusione vertebrale" alla "vertebroplastica" o "cifoplastica" che l'ortopedico deciderà secondo il danno vertebrale con lo scopo di stabilizzare chirurgicamente un tratto del rachide o di ripristinare la corretta anatomia vertebrale. In tutti i casi segue sempre la fisioterapia per il recupero della corretta mobilità, per il rinforzo dei muscoli stabilizzatori del rachide e massoterapia per sciogliere eventuali contratture muscolari antalgiche.
Segni e sintomi:
Dolore che peggiora con il movimento, difficoltà a trovare una posizione di riposo, sintomi neurologici nel caso d’interessamento del midollo o dei nervi.
Dolore toracico
Il dolore toracico è un sintomo che può essere giustificato da numerose patologie di origine cardiaca, gastrointestinale, muscolo-scheletrica, neurologica, psicologica o polmonare.
Poiché spesso è associato all’infarto del miocardio, il dolore toracico è uno dei motivi più frequenti per cui una persona si reca in ospedale.
I sintomi variano secondo la causa, e si possono presentare come un dolore acuto o sordo, sensazione di fastidio, oppressione o bruciore. In altri casi, il dolore si può irradiare alla schiena, al collo, alla mascella, alla parte superiore dell’addome o alle braccia. Possono, infine, essere presenti altri sintomi come nausea, tosse o difficoltà respiratorie. Per un corretto inquadramento clinico e diagnostico è fondamentale rivolgersi al medico che deciderà l'eventuale protocollo riabilitativo.
Colpo di frusta
Il colpo di frusta (o whiplash) è un evento traumatico conseguente, nella maggior parte dei casi a un tamponamento "da dietro". Il movimento ampio e improvviso della testa provoca uno stiramento dei muscoli del collo associati spesso a una riduzione della curva cervicale e, a volte, fortunatamente rare, a fratture vertebrali. La scelta terapeutica da parte del medico, dopo aver escluso complicanze ossee, è sempre riabilitativa. Lo specialista potrebbe consigliare e delle sedute di: Osteopatia, Rieducazione Posturale, esercizi respiratori, massoterapia decontratturante per decomprimere lo schiacciamento vertebrale, recuperare la lordosi anatomica del tratto cervicale (che appare rettilineizzato) e rilassare la contrattura dei muscoli del collo ed eventualmente Tecarterapia per migliorare la vascolarizzazione dei tessuti.
Segni e sintomi:
Rigidità cervicale, sensazione di non riuscire a sostenere la testa, secondo la gravità vertigini e vomito, dolori al collo, difficoltà a trovare una posizione di riposo.
Coccigodinia
Con il termine coccigodinia s’intende un dolore circoscritto al coccige, piccolo osso a forma triangolare la cui base si articola con la parte bassa del sacro. L’esordio può essere di origine traumatico, come una caduta sul coccige che comporta una frattura o un’esagerata mobilità dell’articolazione sacro-coccigea o una sub-lussazione o una lussazione, oppure dovuto a una degenerazione del disco intervertebrale sacro-coccigeo o osteomielite o tumore. A ragione del fatto che le cause possono essere molteplici, di cui alcune con prognosi infausta, è importante avere una diagnosi corretta per poter impostare una terapia idonea. Nella maggior parte dei casi la fisioterapia è sufficiente per risolvere il dolore e verte sul detesionamento di legamenti, stretching muscolare e mobilizzazioni articolari attraverso la terapia manuale e l'Osteopatia, potrebbe essere utile associare terapie strumentali come Tecarterapia, Laserterapia per lenire il dolore e l'infiammazione. Solamente in rarissimi casi il chirurgo potrebbe decidere di eseguire un intervento di "coccigectomia" asportando totalmente il coccige.
Segni e sintomi:
Mal di schiena sacrale e zona glutea, difficoltà a trovare una posizione di confort da seduto, dolore anale anche in movimento, dolore nelle donne durante le mestruazioni e nei rapporti sessuali, gambe dolenti.
Sindrome del piriforme
La sindrome del piriforme consiste nell’irritazione del nervo sciatico (o ischiatico) nel punto di passaggio sotto il muscolo piriforme (o piramidale), spesso dovuta a una contrattura di quest’ultimo. Il muscolo contratto, comprimendo il nervo, lo infiamma e determina una sintomatologia talvolta sovrapponibile ad una lombosciatalgia. La fisioterapia è molto efficace, ha lo scopo di allungare il muscolo attraverso esercizi di stretching e di correggere posizioni antalgiche mediante la Rieducazione Posturale Globale. Utile associare la Tecarterapia per migliorare la circolazione e ridurre la contrattura e l'infiammazione.
Segni e sintomi:
Dolore profondo nel gluteo, formicolio e intorpidimento lungo la gamba, difficoltà a salire le scale, a flettere l’anca e a mantenere la posizione seduta.
Sacroileite
L’articolazione tra il sacro e la parte iliaca dell’osso dell’anca, anche detta articolazione sacroiliaca, normalmente si muove di 2,5° ed è innervata da nocicettori, fibre deputate a trasmettere la sensazione di dolore, per questo motivo una sacroileite, ossia l’infiammazione di quest’articolazione è molto dolorosa. Tra le cause di insorgenza rientrano la gravidanza, l'aumento del peso ponderale, una caduta accidentale sul sacro, le infezioni e le artriti (tra cui la spondilite anchilosante, l'artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, l'artrite psoriasica ecc).
Segni e sintomi:
Dolore nella parte bassa della schiena dopo un lungo periodo in piedi, difficoltà nel sostenere il peso del corpo sulla gamba dal lato del dolore, impotenza funzionale nel salire le scale, aumento del dolore con posture scorrette.
Claudicatio intermittens vascolare e neurologica
Il termine "claudicatio intermittens vascolare e neurologica" indica una deambulazione difficoltosa causata da dolore crampiforme generalmente localizzato a livello del polpaccio che compare dopo alcuni metri di passeggiata e che lo obbliga a riposarsi per calmare il dolore e poter ripartire (da qui il termine "zoppia intermittente"); può essere di origine vascolare o neurologica. Nel caso della claudicatio vascolare si presenta un restringimento di un’arteria, nei casi meno gravi solamente sotto sforzo, nella parte posteriore del ginocchio (stenosi dell'arteria femoro-poplitea) o a livello della natica (stenosi dell'arteria iliaca) che chiamiamo "arteriopatia periferica occlusiva"; pertanto il muscolo non riceve l'ossigeno e i nutrienti necessari per svolgere la contrazione richiesta. Nel caso della claudicatio neulogica (o "neurogena") ad essere danneggiati sono i nervi, le radici spinali o il midollo della colonna vertebrale; le cause sono molteplici e abbracciano tutte le patologie che riguardano un restringimento (o stenosi) del canale vertebrale tra le quali ad esempio: artrosi, spondilite anchilosante, scoliosi, tumori spinali, spondilolistesi. Il trattamento è strettamente correlato alla causa e, considerando che l'origine del problema è molto vario, anche il trattamento che ne consegue prevede una serie di differenti soluzioni; a questo proposito è di fondamentale importanza una diagnosi corretta per poter impostare un piano riabilitativo e farmacologico adeguato. Nei casi più gravi di occlusione vascolare si può optare per l'intervento chirurgico di "by-pass" o di "angioplastica" per ristabilire il circolo. Per quanto riguarda l'occlusione neurologica l'eventuale trattamento chirurgico è già stato discusso nei paragrafi precedenti.
Segni e sintomi:
Dolore e crampo al polpaccio durante il cammino, regressione con il riposo, debolezza, formicolio e rigidità muscolare alla gamba. A seconda della gravità e del livello midollare si può presentare impotenza bilaterale, perdita del controllo sfinteriale, intorbidimento e paralisi.
Spondilite anchilosante
La spondilite anchilosante, anche detta spondiloartrite anchilosante, è una malattia reumatica infiammatoria cronica autoimmune che attacca la colonna provocando tessuto cicatriziale che con il tempo s’indurisce e crea dei ponti ossei tra una vertebra e l’altra mostrando il tipico quadro della colonna “a canna di bambù”, che in questo caso prende anche il nome di "spondiloartrite assiale". Talvolta può interessare articolazioni periferiche come gomiti, spalle, polsi, anche, ginocchia e caviglie, chiamandosi in tal caso "spondiloartrite periferica". Colpisce solamente soggetti geneticamente predisposti. La terapia è farmacologica e si avvale di antinfiammatori e analgesici. La chinesiterapia è utile per mantenere quanto più a lungo possibile una soddisfacente mobilità articolare.
Segni e sintomi:
Dolore, soprattutto alla zona lombare, difficoltà a trovare una posizione di riposo, possibili dismorfismi strutturali come l’ipercifosi e la scoliosi, sintomatologie neurologiche variabili secondo la struttura nervosa coinvolta.
Il nostro metodo
Preparazione al trattamento
- Parliamo con il paziente e raccogliamo informazioni sulla causa del dolore.
- Eseguiamo test ortopedici e osteopatici.
- Valutiamo i movimenti conservati e il dolore.
- Informiamo il paziente sui movimenti che deve evitare.
- Consigliamo posizioni di riposo e gesti alternativi, momentanei, per le attività della vita quotidiana.
- Scopriamo le sue aspettative dal trattamento riabilitativo.
- Presentiamo il protocollo riabilitativo personalizzato deciso di comune accordo con l’equipe medica.
Trattamento della colonna
Il trattamento riabilitativo è suddiviso in 3 fasi:
- FASE ANTALGICA di gestione del dolore e dell’infiammazione attraverso terapie fisiche strumentali e adozioni di posizioni di riposo corrette.
- FASE DI RECUPERO della mobilità del rachide attraverso chinesiterapia passiva, attiva-assistita e attiva, Rieducazione Posturale Globale, leggere trazioni vertebrali (anche dette "pompage"), tecniche osteopatiche fasciali, funzionali, di energia muscolare, viscerali e cranio-sacrali; a volte si introduce l’idrochinesiterapia e il GYROTONIC EXPANSION SYSTEM®.
- FASE DI MANTENIMENTO e di stabilizzazione dei risultati ottenuti attraverso esercizi funzionali integrati, rieducazione al gesto atletico e consegna degli esercizi domiciliari da svolgere a casa.
Il segreto del nostro successo nella riabilitazione della colonna
Il segreto del nostro successo riabilitativo è nel lavoro di squadra con l’ortopedico, il neurologo e il fisiatra. Tutti noi professionisti abbiamo come obiettivo il benessere della persona che viene vista nella sua interezza e unicità.
Il programma riabilitativo, tutt’altro che standard, si decide in base all’età del paziente, alla sua storia clinica, alla presenza di altre patologie e alla sua predisposizione al trattamento. Pertanto il dialogo con il paziente e tra noi specialisti e la nostra esperienza sono elementi fondamentali che ci guidano ogni giorno nella scelta della tecnica più indicata.